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                                                                           Gruppo Consiliare
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                                                                           Il Presidente

                                                                           Ancona  20/01/2005


AL PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO REGIONALE
DELLE MARCHE


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
URGENTE

Oggetto: Salvaguardia del Monte S. Angelo e
Montefortino in Comune di Arcevia




Il sottoscritto Lidio Rocchi Capogruppo Consiliare dei Socialisti Democratici delle Marche

PREMESSO che a seguito del piano regionale attività estrattive, la Provincia di Ancona, ente attuativo, sta predisponendo il Piano Provinciale delle attività estrattive PPAE;

PREMESSO che numerose osservazioni sono pervenute presso l’ufficio competente della Provincia  (Assessorato Ambiente) presentate da singoli cittadini, comuni , enti vari, associazioni ambientaliste e che anche i mass-media e la stampa locale hanno portato a conoscenza i numerosi problemi connessi allo stesso piano;

PREMESSO ALTRESI’ CHE nel piano in argomento una delle zone di possibile estrazione della scaglia rossa e delle maiolica risulta essere il Monte Sant’Angelo sito nel comune di Arcevia, denominato nel piano “bacino estrattivo di Monte Sant’Angelo”;

CONSIDERATO CHE IL Monte Sant’Angelo è conosciuto in tutta la regione , e non solo, per valenza storica, infatti, ogni anno si celebra la ricorrenza dell’eccidio di Monte Sant’Angelo e Montefortino, la quale costituisce l’evento più importante della Resistenza nella nostra regione, valenza culturale, archeologica, infatti, basti pensare alla necropoli gallica di Montefortino dove sono state rinvenute le corone auree e l’elmo celtico romano famosi simboli della nostra regione;
 
CONSIDERATO ALTRESI’ CHE Monte Sant’Angelo, rappresenta un’unità geologico-paesaggistica-ambientale di grande valore, tanto è vero che il Decreto Ministerale del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali del 31.07.85 avvalora quanto sino ad ora affermato, nonché lo stesso PPARtutela la zona in numerosi ambiti;

TENUTO CONTO CHE l’intera zona rappresenta in modo evidente il paesaggio tipico marchigiano, ed è frequentata da numerosissimi turisti provenienti dall’Italia e dall’estero, soprattutto turisti dal Nord Europa, dati tra l’altro confermati da un recente studio CENSIS che indica l’intero comprensorio tra i più importanti dal punto di vista turistico della nostra regione;

TENUTO ALTRESI’ CONTO che l’impianto di interi bacini estrattivi causerebbe danni notevoli al turismo locale poiché degraderebbe del tutto questa zona ad altissima valenza turistica, con conseguenti danni all’economia turistica del territorio, nella quale orbitano numerosi operatori del settore, poiché noi tutti dobbiamo non perdere mai di vista che il turismo è uno dei segmenti importanti dell’economia della nostra regione e del nostro Paese;

INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
- affinché intervenga presso gli enti preposti al fine di rivedere il Piano Provinciale delle Attività Estrattive per evitare gravi danni di carattere ambientale, economico, archeologico etc. che causerebbe l’attività di cava su questo territorio, degno di essere in alcun modo salvaguardato per la crescita culturale ed economica della nostra regione.


CAPOGRUPPO S.D.I.  REGIONE MARCHE

LIDIO  ROCCHI



ASSESSORE AL TURISMO DELLA REGIONE MARCHE
 

Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07981
Atto n. 4-07981

Pubblicato il 25 gennaio 2005
Seduta n. 725

BOCO. - Al Ministro dell'ambiente e per la tutela del territorio. -
Premesso:
che nel territorio del comune di Arcevia (Ancona) sorge, abbarbicato sulle pendici del Monte Sant'Angelo, il paese di Montefortino, la cui storia risale al tempo dei Galli Senoni, che si erano stabiliti fra questi colli dell'Appennino marchigiano e dei quali è stata trovata una necropoli e una fonte sacra, che la gente del paese chiama ancora oggi Fonte del Sasso;
che la Necropoli Gallica, usata dalla metà circa del IV secolo a.C. sino agli inizi del II secolo a.C., fu individuata alla fine dell'800, dopo il ritrovamento in un terreno agricolo di un elmo, detto appunto "elmo tipo Montefortino", da cui prese il via la campagna di scavi e che rese celebre a livello internazionale in tutto il mondo archeologico il nome di Montefortino;
che il sepolcreto, che ha restituito una cinquantina di tombe a inumazione, spesso con ricchissime associazioni funerarie, è ritenuto il complesso più rappresentativo della presenza celtica nelle Marche e uno dei maggiori dell'Italia centro-settentrionale: nel Museo archeologico di Arcevia sono esposti alcuni tra i corredi meglio conservati e più significativi della necropoli, che integrano e completano il patrimonio offerto dalla sezione celtica del Museo archeologico nazionale delle Marche di Ancona;
che Monte Sant'Angelo è segnalato in otto ambiti di tutela del Piano Paesaggistico ambientale regionale ed è, in generale, uno dei luoghi più tutelati delle Marche: il paese di Montefortino, suggestivo e accogliente, è un apprezzato centro turistico perché ancora incontaminato, situato sulle rive di un piccolo torrente di acqua cristallina tra grandi querce;
che nel 2001 un'indagine condotta dall'Automobile Club d'Italia e dal Censis, che considerava quali parametri di valutazione l'ambiente, la presenza di luoghi storici e di monumenti e la gastronomia, assegnava la "A", cioè il massimo voto, al distretto turistico Arcevia-Genga-Sassoferrato-Fabriano, identificandolo come il settimo in una graduatoria nazionale di 37 aree comprendenti 273 comuni;
che, grazie al tipico paesaggio collinare marchigiano, che si può ancora ammirare e godere nella zona di Arcevia, il turismo nell'ultimo anno ha avuto uno sviluppo notevole in termini di presenze italiane e straniere, con valori di crescita percentualmente superiori a quelli registrati dalla regione Marche e dalla provincia di Ancona: gli stessi castelli di Arcevia, la vicinanza delle Grotte di Frasassi e la contiguità con il Parco Gola della Rossa evidenziano la vocazione turistica dell'intero comprensorio;
che sta fiorendo l'agriturismo, promosso anche da stranieri che ormai abitano stabilmente nel territorio arceviese, e si è sviluppata l'agricoltura biologica, in particolare tra Montefortino e Piticchio;
che, nonostante quanto sopra descritto, il Programma provinciale delle attività estrattive della provincia di Ancona, adottato con atto di Consiglio n. 88 del 26 luglio 2004, individua nella zona di Monte Sant'Angelo un bacino estrattivo di maiolica e scaglia rossa di elevate dimensioni, circa 450.000 metri cubi l'anno;
che la scelta della provincia ha destato sdegno e preoccupazione, e per bloccare lo scempio del territorio è nato il Comitato Difesa di Monte Sant'Angelo, che ha promosso assemblee pubbliche e incontri con gli amministratori comunali e provinciali: sia il comune di Arcevia sia il Comitato hanno presentato osservazioni al Piano della provincia, ma la volontà, dichiarata dal sindaco di Arcevia, di far convivere l'attività estrattiva con la tutela ambientale e la vocazione turistica è duramente contestata dal Comitato e dai residenti;
che il Piano cave che interessa la zona di Monte Sant'Angelo e in modo particolare Montefortino comporterà, se attuato, il degrado naturalistico e paesaggistico del territorio, certo non mitigato, come auspica il comune, da accorgimenti che nascondano alla vista il fronte cava, anche perché le autorizzazioni che saranno rilasciate agli operatori del settore potrebbero tradursi nell'apertura di più punti di escavazione;
che si calcola transiteranno, in conseguenza dell'attività estrattiva, dai 160 ai 200 camion al giorno sulla strada Arceviese, una cinquantina nel centro di Montefortino: la qualità della vita nella zona sarà devastata dal traffico, dallo smog, dalle polveri, e sicurezza e salute dei residenti saranno inevitabilmente compromesse, insieme con la tutela delle risorse idriche e con la salvaguardia dei valori archeologici e storici del territorio,
si chiede di sapere se rientri fra gli intendimenti del Ministro in indirizzo:
verificare, nell'ambito delle sue competenze, la compatibilità del programma provinciale delle attività estrattive della provincia di Ancona con il Piano paesaggistico ambientale della regione Marche;
intervenire, in caso positivo con quali modalità, per evitare uno scempio ambientale, paesaggistico e culturale, che cancellerebbe un lembo di territorio italiano ancora integro, che dalla sua stessa integrità trae valori di cura e di attaccamento alla terra e ricchezza economica.
 

Al Presidente del Consiglio Regionale
SEDE

Interrogazione ORALE a risposta urgente relativamente alla approvazione dei Piani Provinciali Attività Estrattive (PPAE) ed in particolare sulla approvazione del PPAE della provincia di Ancona: Bacino Estrattivo di Monte Sant'Angelo.

Premesso
che l'art. 2 della L.R. 46/92 conferisce alla regione la possibilità di intervenire nella formazione e nell'attuazione degli strumenti di programmazione provinciale attraverso la Conferenza Regionale delle Autonomie;

che l'amministrazione provinciale di Ascoli Piceno nella precedente legislatura ha chiesto informazioni alla regione Marche in merito alla interpretazione di alcuni aspetti del PRAE relativamente ai quantitativi di materiale da estrarre;

che la provincia di Macerata, nella stesura del proprio Piano Provinciale Attività Estrattive, ha sostanzialmente non ottemperato alla lettera a quanto stabilito dal PRAE in relazione sia ai quantitativi da estrarre sia alla localizzazione di alcune attività estrattive;

Premesso che la Provincia di Ancona ha adottato con delibera del Consiglio Provinciale n. 88 del 26/07/2004 il Piano Provinciale Attività Estrattive (PPAE) che verrà posto in approvazione definitiva entro poco tempo e che in tale Piano si individua un Bacino Estrattivo in zona Monte Sant'Angelo Comune di Arcevia;

Considerato che la LR n. 71 del 1997 all'art. 1 inserisce tra le proprie finalità " La presente legge disciplina l'attività di coltivazione delle cave allo scopo di conseguire un corretto uso delle risorse nel quadro di una rigorosa salvaguardia dell'ambiente e del territorio, delle sue componenti fisiche, biologiche, paesaggistiche e monumentali definite dal PPAR";

che il PRAE stabilisce in maniera chiara e definita i criteri ed i quantitativi di materiale estraibile in ciascuna provincia; e che i materiali estraibili all'interno di ogni ambito non devono comunque compromettere ambiente, paesaggio, risorse idriche viabilità e quindi qualità della vita dei cittadini che vivono nel comprensorio;

Atteso che la maiolica è il litotipo, vale a dire il materiale estraibile in zona Monte San'Angelo indicato nella Relazione Tecnico Illustrativa Generale- Tabella 10 Aree di affioramento possibile esenzione (art. 10 PPAR) - del PRAE, e che sempre in tale tabella si individuano nella zona di Monte Sant'Angelo emergenze geologiche e geomorfologiche

Considerato che tra le caratteristiche segnalate nella Relazione Tecnico Illustrativa Generale del PRAE al punto 3.4.5 di cui tenere conto per l'individuazione di aree di possibile estrazione per materiali pregiati si indicano anche:
difficoltà di accesso,
nel caso di Monte Sant'Angelo si pone un problema reale sulla viabilità in quanto nella zona esistono due sole arterie importanti che collegano con l'entroterra, la SP arceviese e la SP corinaldese che sono già in grave difficoltà di sicurezza e traffico giornaliero ad oggi
rispetto di captazioni acquedottistiche,
nel caso di Monte Sant'Angelo esiste una indagine della Multiservizi SPA (Gorgovivo) che ha individuato un importante fonte di approvigionamento idrico che risulta alimentata dal "sistema geologico delle scaglie" di Monte Sant'Angelo

Constatato che il notevole valore paesaggistico ambientale ed archeologico nonché di memoria storica dell'intera area e del sito di Monte Sant'Angelo è strettamente collegabile alla Resistenza;

Considerato infine che tutto il Monte Sant'Angelo è oggetto di specifico vincolo attuato con DM Beni Culturali ed Ambientali del 31/07/1985 (GU n. 214 del 11/09/1985) vale a dire "Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona della gola della Rossa, sita nei comuni di Sassoferrato, Arcevia, Genga, Fabriano , Serra San Quirico e Cerreto D'Esi" ed il perimetro del DM suddetto comprende gran parte del territorio comunale di Arcevia e comunque di Monte Sant'Angelo per intero;

e che il Decreto Legislativo 42/2004, conosciuto quale Codice Urbani, prevede la salvaguardia attraverso vincoli di tutela storico culturale di aree di alta valenza per la memoria storica come il caso di Monte Sant'Angelo;

Il sottoscritto Pietro D'Angelo
Consigliere Regionale del Gruppo Verdi
Interroga il Presidente della Giunta Regionale per sapere

Se e come la Regione Marche intende avvalersi di quanto stabilito dall'art. 2 della LR 42/96 vale a dire "assicurare il concorso degli enti locali nella determinazione degli obiettivi della programmazione regionale e provinciale" avvalendosi a questo scopo della Conferenza Regionale delle Autonomie.

Quali iniziative ha intrapreso e/o intende intraprendere la Regione Marche nei confronti della provincia di Ancona, per garantire il rispetto di quanto previsto dalle LR n. 71/97 e n. 33/99 ed infine definito dal PRAE (Piano Regionale Attività Estrattive) vale a dire tutte le azioni volte alla tutela di una località riconosciuta di alto valore storico-archeologico, di buone prospettive di sviluppo turistico per le peculiarità ambientali, nonché zona di alto pregio agricolo come quella di Monte Sant'Angelo (comune di Arcevia).

Se la Regione Marche in relazione a quanto previsto dal Decreto Legislativo 42/2004 che prevede vincoli storico-culturali di aree importanti sotto questo aspetto, non ritiene di avviare l'iter amministrativo che porti il Parlamento Italiano ad avviare al riconoscimento del vincolo storico culturale per l'intera zona di Monte Sant'Angelo.

Se la Regione è a conoscenza dell'iter amministrativo che sta portando alla approvazione del PPAE della Provincia di Ancona e ne conosce i contenuti, in particolare della cava oggetto della presente interrogazione individuata in un 'area importante fonte di approvvigionamento idrico e con concrete difficoltà per quanto riguarda la viabilità.

Se la Regione, considerando gli aspetti geologici, idrogeologici storici e ambientali che caratterizzano il sito di Monte Sant'Angelo (comune di Arcevia) intenda valutare ò0
l'opportunità di sospendere la coltivazione di cava in quella zona da parte della Provincia di Ancona nella adozione definitiva del PPAE.

Consigliere Regionale
GRUPPO VERDI
Pietro D'Angelo

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