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Cave, è polemica tra Regione e Provincia
La risposta dell'assessore Amagliani alle richieste di Giancarli


Sarà forse perchè il Piano provinciale della attività estrattive ha ormai imboccato la dirittura finale, che lo porterà all'approvazione definitiva o, più verosimilmente, perchè in vista delle elezioni regionale sta salendo la temperatura del clima politico. Di certo c'è che sulla vicenda delle nuove cave di Arcevia, venuta alla luce mesi fa per iniziativa del Comitato per la difesa di Monte Sant'Angelo, negli ultimi giorni si vanno accavallando le prese di posizione, che coinvolgono istituzioni, partiti, associazioni di categoria. Così l'assessore regionale alla tutela e al risanamento ambientale Marco Amagliani risponde al presidente della Provincia Enzo Giancarli.

Questi aveva chiesto alla Regione di prendere in considerazione "la possibilità di uno stralcio del bacino in questione, adottando adeguati e tempestivi provvedimenti, per i quali esistono ancora i nevcessari tempi tecnici". Amagliani in proposito ricorda che il Piano regionale per le attività estrattive aveva individuato otto aree, sulle quali la stessa Provincia poteva operare riduzioni, in considerazioni di successive misure di salvaguardia come il Piano territoriale di coordinamento, quello per le attività idrogeologiche, nonchè sulla base dell'adeguamento al Piano paesaggistico e ambientale regionale dei Piani regolatori dei Comuni interessati (cosa che, ad sempio, Arcevia ha effettuato solo di recente). Secondo questo criterio, la Provincia di Ancona ha potuto ridurre tali aree da otto a tre: quella di Monte Sant'Angelo ad Arcevia, quella di Monte Rotondo a Sassoferrato e quella di Castelletta nel territorio di Fabriano, peraltro in via di esaurimento. "Ora - sostiene Amagliani - il compito dell'Amministrazione regionale resta quello di verificare eventuali incongruenze del Piano provinciale definitivo con quanto stabilito dalla legge regionale".

La Provincia però ritiene che questo compito debba estendersi anche al via libera per ulteriori riduzioni sulle aree fin qui rimaste. Nel frattempo l'assessorato all'ambiente ha ultimato l'esame delle osservazioni al Piano provinciale e lunedì prossimo, nel corso di un'apposita seduta del Consiglio, conta di rendere ufficiali le conseguenti correzioni e modifiche

Nella polemica tra Regione e Provincia si inserisce il capogruppo provinciale di Alleanza nazionale Ennio Mencarelli, che punta il dito sulla diversità di trattamento usato dal presidente Giancarli verso il comitato cittadino di Sassoferrato e quello di Arcevia a proposito di correzione del "piano cave". "E' necessario che il processo di revisione sia assolutamente chiaro, lineare e trasparente - afferma Mencarelli - e ciò sia al fine di evitare imbarazzanti situazioni di monopolio estrattivo, sia per poter escludere qualsiavoglia malevola interpretazione circa decisioni dell'ultimo minut, che apparirebbero quanto meno sospette".

Intanto sul caso di Monte Sant'Angelo tornano alla carica le aziende del settore, parlando di "strumentalizzazione" della vicenda, che finirebbe per mettere a rischio "la competitività marchigiana in opere determinanti per lo sviluppo", come la viabilità, facendo venire meno materiali indispensabili che a quel punto dovrebbero essere importati dal nord Italia o addirittura dall'estero. "In termini d'impatto ambientale - aggiungono - il sito di Monte Sant'Angelo è stato studiato in ogni aspetto e basta verificare con onestà culturale il piano stesso per avere risposte rassicuranti in termini di salute e salvaguardia ambientale. Lo assicurano l'Amministrazione provinciale e quella comunale di Arcevia".

VINCENZO OLIVERI