CORRIERE ADRIATICO
Edizione del 10 settembre 2008,


"Questo è il più importante luogo di memoria della civiltà gallica e della cultura celtica in Italia"
Il professor Venceslas Kruta e le cave a Monte Sant'Angelo di Arcevia
"Sono interventi avventati"
L'accademico della Sorbona di Parigi boccia il progetto

ARCEVIA - Nelle scorse giornate del 31 agosto, 1 e 2 settembre, il Comitato per la difesa di Monte Sant'Angelo di Arcevia, coordinato dall'ingegner Gianfranco Marcellini, unitamente alle associazioni culturali celtiche Senones torc na moire (Ancona), Torcos au bedo (Cesena), Senones pisurenses (Pesaro) hanno avuto l'onore di accogliere ed ospitare a Montefortino di Arcevia, l'eminente archeologo di fama internazionale professor Venceslas Kruta, direttore dell'Alta Scuola di specializzazione di Studi archeologici della Sorbona di Parigi, massimo esperto di archeologia e culture degli antichi Celti, dei quali la necropoli senonica di Montefortino è testimonianza di interesse assolutamente primario.

Accompagnato dalla consorte professoressa Luana Poppi, anche lei archeologa, il docente ha avuto l'occasione di conoscere le persone componenti del Comitato per la difesa del Monte Sant'Angelo. Entrambi hanno portato la loro solidarietà alla battaglia che il Comitato sta conducendo contro i progetti di cave, che finiranno col deturpare la montagna di cui Montefortino, la sua necropoli gallica, il suo santuario fanno intimamente parte. Il professor Kruta è venuto per rendersi conto di persona della situazione ed ha ribadito la sua ammirazione per l'eccezionale patrimonio storico, culturale, ambientale dell'intero comprensorio. "Si tratta - ha dichiarato - del più importante luogo di memoria della civiltà gallica in Italia. Al di là del Monte S. Angelo è stata combattuta la battaglia di Sentinum e non lontano è situata Civitalba, anch'essa di origine celtica, famosa per il suo fregio. Senza contare le numerose altre testimonianze presenti nelle immediate vicinanze quali il fossato neolitico di Conelle di Arcevia".

Il professor Kruta ha voluto sottolineare la necessità di indagare secondo opportune metodologie archeologiche il territorio circostante la necropoli, prima di porre in atto qualunque progetto di escavazione; gli interventi in progetto sono pertanto da giudicare del tutto avventati. Il rischio è evidentemente quello della irreparabile distruzione del contesto relativo ai siti archeologici, di mettere in condizioni di impossibilità qualunque ricerca ulteriore, come l'individuazione dell' insediamento, in relazione con la stessa necropoli.

Il luogo è di grande importanza. La comunità di Montefortino rappresenta un esempio del tutto originale nella cultura celtica europea. Infatti essendo il gruppo posto più a meridione, più di ogni altro ha intrattenuto rapporti, scambi, compenetrazioni, con una pluralità di importanti vicini, come gli Etruschi, i greci di Ankon, il substrato italico. I Senoni di Montefortino veicolarono nel mondo settentrionale la cultura del mondo mediterraneo e questo portò profondi cambiamenti nell'intera Europa.

Il Comitato per la difesa di Monte Sant'Angelo, assieme ai rappresentanti delle associazioni culturali celtiche, hanno potuto piacevolmente accompagnare il professor Kruta e la moglie presso il Museo archeologico di Arcevia e assieme al dottor Federico Uncini di Fabriano, presso il sito della storica battaglia di Sentinum, nonché a Civitalba. Gli eminenti accademici hanno mostrato vivissimo interesse e apprezzamento per un territorio così straordinariamente denso di cultura, arte, storia, preistoria, natura; per il paesaggio stimolante, dolce e suggestivo. Di tutto ciò raccomandano la conservazione e la valorizzazione turistica appropriata. Il Comitato per la difesa di Monte Sant'Angelo, grato per la disponibilità e grande affabilità dimostrata dai coniugi Kruta, gira pertanto agli amministratori comunali e provinciali le raccomandazioni espresse dal mondo della cultura. La realizzazione di cave a Monte Sant'Angelo è un imperdonabile errore politico, un irreparabile danno per l'ambiente, per il paesaggio, per la memoria del passato.